Rispetto agli altri palazzi montoresi, si distingue per i pregevoli apparati decorativi che adornano i saloni, a testimonianza della forza economica dei nobili proprietari (che in origine erano i Pironti, ovvero una delle famiglie più importanti e conosciute in città) che riuscirono a portare a Montoro maestranze provenienti probabilmente da Napoli.
L’edificio presenta una muratura di elevazione in tufo (tipico materiale del luogo, estratto dalle cave di Starza a Torchiati), volte ai piani bassi e solai lignei ai piani superiori. È da sottolineare la magnificenza del portale in pietra calcarea locale, sagomato con la maestria tipica degli scalpellini calvanicesi, che offrivano la loro arte ai più importanti nobili della zona e alla Chiesa. Altrettanto degni di nota sono i portoni, sia quello di ingresso, sia quelli interni (andati perduti), tutti in legno di castagno ed abilmente realizzati da maestri ebanisti. La copertura è a falde inclinate con elementi della grossa orditura e relativi correntini e tavolato come orditura secondaria, il manto in tegole laterizie. Al piano terra insistono locali ad uso stalle e deposito, oggi adibiti a sale per riunioni, ed ancora più in basso (nel piano interrato), una delle cantine più grandi del montorese, oggi adibita ad archivio.
Infine il palazzo si colloca in un centro storico, dove, tra gli altri, sono situati palazzi di notevole pregio, quali il Palazzo Moscati, il Palazzo Vincenzo Pironti, il Palazzo del Conte Pironti, la Chiesa di S. Stefano.